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LA CHIESA MATRICE DI SAN FERDINANDO

La chiesa Matrice di San Ferdinando è intitolata a San Ferdinando di Castiglia, re di Castiglia e di León, la cui morte, avvenuta nel 1252, è celebrata ogni anno il 30 maggio. Il culto del santo spagnolo si lega alla famiglia Nunziante, precisamente a Ferdinando, il quale nel 1844 decise di munire il paese fondato dal padre di una nuova chiesa, dedicata al santo più venerato dalla casa Borbonica.

PROCESSIONE DI SAN FERDINANDO - 1934

L'edificio di culto attuale che si affaccia su piazza Nunziante fu costruito tra il 1931 e il 1932, in sostituzione di una più antica chiesa fatta appunto erigere da Ferdinando Nunziante (1800 - 1851). Sappiamo, infatti che il 22 marzo del 1844 Ferdinando Nunziante aveva richiesto al Re Ferdinando II di Borbone di sollecitare il Comune di Rosarno lo stanziamento di 300 ducati per edificare una nuova chiesa, visto l'incremento demografico della popolazione locale. Alla costruzione avrebbero partecipato anche i cittadini della piccola frazione calabrese, con piccole somme di denaro o prestando manodopera. Ferdinando II di Borbone accolse le istanze del marchese Nunziante, incaricando il Ministro Nicola Santangelo di provvedere alla richiesta dei fondi presso il Comune di Rosarno. Dopo una prima risposta negativa, seguì grazie le sollecitazioni del governo borbonico, la redazione di un preventivo da parte dell'ingegnere Gonzales, incaricato per conto del Comune di Rosarno. Nel 1846 l'amministrazione comunale di Rosarno stanziò prima 295 ducati e successivamente altri 2240. Ad iniziare i lavori fu la ditta Nicola Forte di Scilla che, il 7 settembre del 1850, pose la prima pietra sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Palmieri.

FERDINANDO NUNZIANTE (1800 - 1851)

Tre documenti rispettivamente del 1856, del 1857 e del 1858 confermano che la fabbrica non era stata ancora del tutto completata. Bisognerà infatti aspettare il 1863 per vedere chiuso il cantiere. Nel frattempo era stata commissionata sia una campana, datata 1858, sia la scultura lignea del santo patrono, giunta a San Ferdinando nel 1859, grazie alla benevolenza dei marchesi Nunziante. Seguì la donazione di Francesco Barbalace, che con l'aiuto della cittadinanza, contribuì dotare la chiesa di un organo. Entro il 1863 l'edificio di culto fu munito anche di tutti gli arredi liturgici, panche comprese. Tra le suppellettile anche alcuni dipinti, come quello raffigurante il Cuore di Gesù, che da un atto processuale della Gran Corte Criminale del 1858, pare fosse stato rubato da Laura Pantano, denunciata ingiustamente dal parroco Nicola Sollazzo.

Dopo il terremoto del 1908 la chiesa di San Ferdinando subì gravi danni, al punto che nel 1930 venne completamente rasa al suolo. La costruzione del nuovo edificio fu breve: iniziò il 21 marzo 1930 e finì l’anno successivo, quando fu dichiarata pronta al culto. Le imponenti proporzioni comportarono lo spostamento del monumento ai caduti della prima guerra mondiale, realizzato da Francesco Jerace a partire dal 1920, ma collocato sul lato destro della primitiva chiesa ottocentesca solo nel 1926.

Composta da tre navate con terminazione absidale, la chiesa di San Ferdinando ospita nell’altare la statua del santo patrono, raffigurato con i classici attributi reali quali corona e scettro, in allusione al suo ruolo di cavaliere della chiesa, promotore della cacciata dei musulmani dalla Spagna.

STATUA DI SAN FERDINANDO

Nell’abside, una pittura a secco su muro, firmata nel 1932 dal pittore Giuseppe Armocida (Monasterace 1806 - Roma 1882), riproduce un famoso dipinto raffigurante gli ultimi momenti di agonia di San Ferdinando, opera grazie al quale il pittore andaluso Virgilio Mattoni de la Fuente (1842 - 1923) vinse la Terza Medaglia nel 1887.

GIUSEPPE ARMOCIDA, ULTIMI MOMENTI DI AGONIA SAN FERDINANDO 1932

Nelle navate troneggiano interessanti sculture lignee del XIX e del XX secolo, come ad esempio la statua di San Nicola, commissionata probabilmente da una confraternita locale, quella di San Rocco e la bellissima Madonna Addolorata, portata in processione durante la Settimana Santa, commissionata da Leopoldo Nunziante (1831 - 1892) ad uno scultore napoletano nel 1866, come ex voto per la guarigione del figlio, di soli 7 anni, purtroppo morto poco dopo, il 29 Dicembre dello stesso anno.

VIRGILIO MATTONE DE LA FUENTE, ULTIMI MOMENTI DI AGONIA SAN FERDINANDO 1887

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