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IL GENERALE VITO NUNZIANTE

(1775-1836)

Il sottotenente di vascello Vito Nunziante (1894 - 1916), che Jerace immortalò nel monumenti ai caduti di San Ferdinando, portava il nome del suo trisavolo, il marchese Vito Nicola Nunziante (1775 - 1836), fondatore della dinastia dei marchesi di San Ferdinando e dell’attuale comune di San Ferdinando. Vito Nicola Nunziante era nato nel 1775 da una famiglia della media borghesia di Campagna, piccolo centro della provincia di Salerno. Destinato al sacerdozio, nel 1794 fu sorteggiato alla leva, circostanza che gli cambiò in maniera radicale la sua vita.

GENERALE VITO NICOLA NINZIANTE (1775 - 1836)

Militare per caso, si mise in luce durante la controrivoluzione guidata dal cardinale Fabrizio Ruffo nel 1799, al fine di ostacolare la nascita della Repubblica Napoletana. Successivamente il Nunziante, sempre al fianco dei Borbone, si distinse durante il cosiddetto decennio francese, quando il Regno di Napoli fu conquistato da Napoleone Bonaparte il 30 marzo 1806. Seguì infatti il re Ferdinando IV di Borbone, in Sicilia, ostacolando l’esercito francese in più occasioni.

FERDINANDO IV DI BORBONE

Nel 1807 fu promosso brigadiere e messo a capo delle forze di Milazzo. Nello stesso periodo rimase vedovo dalla prima moglie Faustina Onesti (1781 - 1808). Si risposò poco dopo con Camilla Baresi (1791 - 1840), che conobbe a Lipari e dalla quale ebbe otto figli, che si aggiunsero ai quattro di primo letto da cui prese avvio il ramo principale dei Marchesi di San Ferdinando.
La figura di Vito Nicola Nunziante (1775 - 1836) si lega alla cattura e all’esecuzione a morte di Gioacchino Murat (1767 - 1815), re di Napoli fin dal 1808 per volere di Napoleone.  Murat, dopo la disfatta di Waterloo, si era rifugiato in Corsica, nel tentativo di organizzare una spedizione per riprendersi il Regno di Napoli.

GIOACCHINO MURAT

Dirottato da una tempesta in Calabria, sbarcò l'8 ottobre del 1815 nel porto di Pizzo, dove fu arrestato dai militari borbonici. Informato della cattura, Ferdinando IV di Borbone, nel frattempo risalito al trono, incaricò il generale Vito Nunziante a presiedere alla commissione militare che avrebbe dovuto condannare a morte l'ex sovrano. L'esecuzione avvenne a Pizzo Calabro il 13 ottobre 1815, dopo che il Nunziante concesse a Gioacchino Murat di scrivere l'ultima lettera alla moglie e ai figli.

GENERALE VITO NICOLA NINZIANTE (1775 - 1836)

Divenuto Governatore della Calabria, represse con fermezza i moti carbonari e il dilagante fenomeno del brigantaggio, senza trascurare l'esecuzione di importanti opere infrastrutturali, come l'apertura della strada tra Monteleone e Reggio Calabria. Il 4 luglio 1820 fu nominato comandante della IV divisione territoriale, che comprendeva Salerno e la Basilicata. Schieratosi a favore della costituzione, fu lo stesso Nunziante a consigliare al Re, Ferdinando I di concedere al popolo la Costituzione, con una lettera pubblicata sul Giornale Costituzionale del Regno delle Due Sicilie. Subito dopo la Restaurazione, fu insignito da Ferdinando I del grado di generale, del titolo di marchese e di una pensione a vita di 1.500 ducati. Francesco I lo incaricò dell’educazione militare del futuro Ferdinando II. Fu proprio quest’ultimo ad affidargli nel 1830 la luogotenenza generale della Sicilia, nominandolo nel maggio del 1831, ministro segretario di Stato. 

GENERALE VITO NICOLA NINZIANTE (1775 - 1836)

Oltre ad essere stato un abile militare Vito Nunziante fu persona di vivaci interessi culturali e scientifici. Fu socio di diverse accademie ed esperto indagatore delle risorse minerarie del Regno. Le sue iniziative in campo imprenditoriale sono fortemente collegate alle sue curiosità naturalistiche. Nel 1810 scoprì nell’isola di Vulcano diversi minerali che riuscì ben presto a rendere commerciabili, contribuendo così alla ripopolazione dell'isola. Nella vicina Lipari fondò una fabbrica di ceramiche utilizzando dell'argilla vulcanica.

LIPARI E SALINA DAL CRATERE DI VULCANO 

In Calabria scoprì miniere di ferro e di piombo, mentre in Basilicata fece aprire le cave di alabastro di Latronico. Fu artefice del rimboschimento di alcune aree della Sicilia mentre in Abruzzo si rese promotore della bofinica della pianura del fiume Pescara. Fu il primo ad introdurre nel Regno di Napoli le trivelle artesiane, grazie alle quali scoprì a Torre Annunziata una vena di acqua minerale, che ancora oggi porta il suo nome. L’impresa meglio indagata dalla storiografia resta tuttavia la bonifica della piana di Rosarno, avviata a sue spese a partire dal 1818, al termine della quale il Nunziante fondò il villaggio di San Ferdinando.

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